I bambini in tv

Ci sono cose più importanti, anzi più urgenti di quella di cui sto per scrivere, ma gli avvenimenti, anche quelli più drammatici si colorano talvolta di sfumature che non riesco a sottovalutare.
Mi riferisco all'intervista a un ragazzo superstite di Genova andata in onda ieri sul Tg2 delle 13. Purtroppo non l'ho vista. Ho letto il resoconto stamattina sul Corriere.




Il ragazzo piange per la morte di sua madre. Non dice solo parole, non produce solo lacrime. Emette suoni, sillabe, pause che potrebbero indicarci, seppur con il filtro televisivo, il grado emotivo del ragazzo e probabilmente di molti ragazzi che come lui vivono a Genova. Una testimonianza struggente e per di più rara. Molto raramente si chiede ai bambini e ai ragazzi come stanno, come vivono i drammi che li travolgono, e quelle poche volte che glielo si chiede, li vediamo immersi nell'oscurità, dietro un alone che gli nasconde il volto, come si fa con i pentiti di mafia, come si fa con quegli individui che vogliamo escludere dalla società.


Ancora più irritante è leggere le parole di chi ieri ha trasmesso il servizio e, dopo l'indignazione degli ascoltatori, oggi chiede scusa per aver fatto parlare un bambino. Come se le lacrime e le urla fossero un'esclusiva di noi adulti.


E comunque, non ho visto il servizio, non conosco il tono dell'intervista.
Se avete un link, postatelo sui commenti.
Grazie.


Aggiornamento 1: i video. Grazie Valerio.
Aggiornamento 2: in radio un'ascoltatrice chiama per ringraziare pubblicamente un gruppo di ragazzi di 14 anni che spala le strade.



E il video di scuse del Tg2 per aver dato voce a un ragazzo.

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